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Anni ’20: Il fascino del proibizionismo.

Siete pronti a tuffarvi in un viaggio nel tempo alla scoperta delle barbarie più epiche del secolo scorso? ‍

Dagli anni ’20 ruggenti ai giorni nostri, la barba ha attraversato epoche e stili, diventando un vero e proprio simbolo di virilità, stile e personalità. In questo articolo, viaggeremo attraverso le decadi, svelandovi le tendenze baffute che hanno caratterizzato ogni decennio.

Al Capone e la barberia del padre: un intreccio di segreti e affari loschi.

Speakeasy, jazz e gangster: gli anni ’20 furono un decennio di fermento e trasgressione. Nelle città americane, i barbieri erano i custodi di segreti inconfessabili. Dietro le loro saracinesche si celavano spesso gli ingressi di speakeasy, locali clandestini dove si beveva al ritmo del jazz e si sfidava il proibizionismo.Proprio in questo contesto, nacque la leggenda di Al Capone. Il famoso gangster era un cliente abituale della barberia di suo padre, dove si riuniva con i suoi scagnozzi per discutere affari e giocare a carte

Gabriele Capone, padre del noto gangster Al Capone, era un barbiere italiano emigrato da Caastellmare di Stabbia a Brooklyn, New York, all’inizio del XX secolo. La sua bottega, situata al numero 212 di Navy Street, era un punto di riferimento per la comunità italiana del quartiere.

Dietro la facciata di una semplice barberia, si celava un mondo di segreti e affari loschi.

La barberia di Gabriele Capone era infatti un luogo di ritrovo per gangster e malavitosi, che si riunivano per discutere affari e giocare a carte.
Al Capone, fin da giovane, frequentava la barberia del padre dove inizio a lavorare già all’età di 14 anni. Qui, tra tagli di capelli e barbe folte, il futuro boss di Chicago imparò i trucchi del mestiere e strinse i primi contatti con il mondo criminale.

La barberia era un luogo strategico per la malavita. Situata in un quartiere malfamato, era facilmente accessibile e offriva un ambiente sicuro per discutere di affari illegali. Inoltre, la professione di barbiere permetteva a Gabriele di raccogliere informazioni e di avere un contatto diretto con persone di diversa estrazione sociale.

Non è chiaro se la barberia fosse utilizzata come copertura per attività illegali. Tuttavia, è certo che il locale fosse frequentato da personaggi loschi, pare fosse frequentata dalla banda di Johnny Torrio, mentore di Al Capone e che fosse il luogo dove abbia avuto i primi contatti con la mafia.

La barberia di Gabriele Capone rappresenta un simbolo dell’intreccio tra criminalità e vita quotidiana nella Chicago degli anni ’20. Un luogo dove si mescolavano odori di brillantina e polvere da sparo, segreti di quartiere e affari di mafia. Si dice, infatti,  che la barberia fosse utilizzata come deposito per armi e denaro illegale. Un luogo carico di storia e di mistero, un microcosmo criminale che ha contribuito a forgiare la leggenda di Al Capone, uno dei gangster più famosi di tutti i tempi.
Fu chiusa nel 1928, dopo l’ascesa al potere di Scarface (Lo sfregiato).

La Barberia Italiana: un’icona di stile.

L’Italia degli anni ’20 era un paese in fermento. Il fascismo era salito al potere e la società stava vivendo un periodo di grandi cambiamenti.

In questo contesto, la Barberia Italiana assumeva un ruolo importante. Non era solo un luogo dove gli uomini si curavano la barba, ma anche un punto di incontro e di socializzazione. Qui si discuteva di politica, di sport e di vita quotidiana. Un luogo dove si riflettevano i cambiamenti e le contraddizioni di un’epoca in fermento.

Erano caratterizzate da un’atmosfera unica: le pareti erano decorate con specchi, immagini di pin-up e manifesti pubblicitari. L’aria era profumata di talco, brillantina e sapone da barba e i barbieri erano degli artigiani esperti. Avevano una profonda conoscenza del loro mestiere e sapevano come valorizzare i lineamenti di ogni uomo. Oltre alla rasatura e alla cura della barba, i barbieri offrivano anche tagli di capelli, massaggi facciali e trattamenti per la pelle.

Nel 1923, a Milano, aprì i battenti la prima Barberia Italiana. Fondata da un gruppo di barbieri visionari, questa bottega divenne un punto di riferimento per gli uomini eleganti e raffinati.

Qui si creavano barbe folte e curate, baffi impeccabili e pizzetti alla moda. I barbieri italiani erano dei veri e propri artisti, capaci di trasformare ogni uomo in un dandy impeccabile. I barbieri italiani inventarono nuove tecniche di rasatura e di cura della barba che sono ancora utilizzate oggi.

Curiosità: Sapevate che il rasoio di sicurezza fu inventato proprio negli anni ’20? E in quegli stessi anni, la barba era considerata un segno di distinzione sociale: solo gli uomini più abbienti potevano permettersi di frequentare un barbiere e di avere una barba curata.

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